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Volevo intervistare un nome. Ho pensato di rivolgermi a Mario, solitamente considerato il nome più italiano di tutti. Dopo qualche giorno di documentazione, ho invece scoperto che il nome più usato in Italia è Antonio. Pensavo fosse un nome in voga soprattutto al sud: mi sbagliavo. Così, nell’epoca dei nomi esotici (Desirée, Noemi, William e, pare, anche Gunther), ecco che mi sono ritrovato a mandare un’e-mail al più classico Antonio. Dalle risposte, emerge un profilo molto riservato e composto: un nome d’altri tempi, si direbbe.

Il nome Antonio è decisamente uno dei nomi più tipici per gli italiani, soprattutto nel Meridione. Che origine hai, vuoi spiegarcelo?

La mia origine è ambigua almeno quanto i significati che vi si possono attribuire, i quali, non me ne vogliano coloro che portano il mio nome, sono andati per lo più smarriti nel corso dei secoli. Dunque, direi che, come per numerosi nomi italiani, bisogna andare a spulciare tra i nomi dei santi per carpirne il segno e il senso più profondo che essi avevano: da un lato, abbiamo Sant’Antonio di Padova, e non da Padova, visto che era di Lisbona; predicatore molto amato, autore di numerosi miracoli, visse nel Medioevo e fu grande ammiratore e confratello di San Francesco d’Assisi; di lui mi piace ricordare questa affermazione, che ritengo pregna di tutto lo spirito che pervadeva i suoi sermones: «Qui, in terra, l’occhio dell’anima è l’amore, il solo valido a superare ogni velo. Dove l’intelletto s’arresta, procede l’amore che con il suo calore porta all’unione con Dio».

Dall’altro lato, un altro nome importante: Sant’Antonio Abate, eremita egiziano del ‘300, detto Il Grande, primo abate della storia, non a caso fondatore del monachesimo cristiano; conosciuto anche come Sant’Antonio del Fuoco, poiché si dice fosse disceso fino agli inferi per combattere il demonio; di qui, il motivo per cui alcuni malati (coloro che hanno il celeberrimo ed infausto «Fuoco di Sant’Antonio», normalmente vescicole epidermiche) si rivolgono proprio a lui. Del resto, gli Antoniani curavano questi malati con il grasso dei maiali, che furono così accettati in città. Così Sant’Antonio Abate è considerato anche il protettore degli animali domestici.

Quanti Antonio possono dirsi all’altezza del loro nome?

In tutta franchezza, non so rispondere a questa domanda. Né sento di poter fare nomi di gente poco all’altezza di un nome: non sarebbe carino, da parte di un nome come me.

Non si può certamente dire che la declinazione al femminile di Antonio sia diffusa come quella maschile. Antonia: che fine ha fatto?

Guarda, non so se il nome Antonia si stia estinguendo. Mia madre si chiama Antonia, del resto. Ma, in genere, direi che gli “aggiustamenti”, così mi piace chiamare nomi derivati, nomignoli, abbreviazioni, hanno sempre poca fortuna. Penso ad Antonello, Antonino, ma anche a Tonino, Tonio, e via discorrendo. Probabilmente, come si suol dire in questi casi, l’originale è meglio della copia. Tuttavia, e con grande sincerità, non so se si possa argomentare allo stesso modo circa la situazione del femminile del nome Antonio: posso solo permettermi un’ipotesi. Direi che forse il nome stesso, Antonia, ricorda troppo da vicino il sostantivo atonìa, rimandando così a un’assenza di tono che, direi, non è il massimo per un nome, appunto.

Quale credi sia il futuro del tuo nome? Credi che verrà soppiantato da altri al vertice della classifica dei nomi italiani?

In tutta sincerità, credo che nomi slegati da una certa tradizione, più o meno cattolica, registreranno una certa avanzata. A questo va aggiunto il fatto che si sta perdendo un’altra tradizione, in Italia, cioè quella di dare ai propri figli il nome dei nonni. Non voglio esprimere alcun giudizio di valore su questo processo, ma è un dato di fatto che nomi come Cataldo, Filimunda, Settimo, Ottaviano, Mariluce (e così anche l’aggiustamento, Marilù), Ermenegildo e Gionata abbiano avuto la peggio. Magari, se si usasse la consuetudine di aggiungere “Jr.” al nome del padre, come nei paesi anglosassoni, invece, forse anch’io avrei qualche possibilità in più.

C’è qualche altro nome che apprezzi, verso cui hai simpatia?

Ce ne sono molti. Mi fanno tenerezza quei nomi “storpiati”, che per qualche ragione hanno dovuto subire l’eclissamento di una lettera in favore di un’altra. Faccio solo un esempio: il nome Benino che, per ovvie quanto tristemente note vicende storiche, ha dovuto tramutarsi in un tenero Benino.