Abbondanza, concetto abusato; da essa proveniamo e in essa, c’è da dire, solo prevediamo di farci ancora polvere. Siamo nati così, senza una guerra: in accumulazione. Complicato pure immaginarci altrove: solo circondati.
Abbondanza è concetto ambiguo, malizioso. Scambiata per diversificazione, varietà, accompagnata al progresso, è in verità una discesa. Sfida la censura, cesura d’abbandono, attacca l’autorità e subito perde in autorevolezza. Porta con sé una coda di disillusione; dal molto all’infinito, occhi e bocca sbarrati nel muto urlo insapore. L’abbondanza, confortata dall’illusione della sinestesia, risulta al contrario nemica di ogni singolo senso. Ad essa bisogna opporsi, con ogni facoltà e mezzo. Io ho scelto l’abbandono.
L’abbandono è quel passo che sempre segue e ne precede un altro. Non si fa mano nella mano, non in compagnia. Chi abbandona lascia, ma si ritrova. Non in solitudine, concetto invece vago, attraversato da mille nervi di romantico compiacimento. La solitudine è un pianeta deserto. Fin quando ci sarà un sol uomo su questa terra non ci sarà solitudine autentica; perché la solitudine è un racconto: va narrata, è il racconto di se stessa o non è. Perciò chi s’offre alla solitudine sarà sempre in cerca di pubblico.
(La perfezione, al contrario, sta da sé, non vuole legami, radici, bastando a sé non vuol esser raccontata, spiegata, confusa nei mille rivoli che sono le narrazioni; per cui nessuno ne sa niente, abbonda di sé la perfezione e tanto le basta; così forse è con lei che abbiamo confuso la solitudine?)
Abbandono: non solitudine, ma solitario. Appartenere a niente, a nessuno. Solo è chi affronta il vento da sé, chi lo prende in faccia, ho sentito dire. Può andare. Chi abbandona va, da solo. Andar da sé: andarsene. Presagio di quell’andarsene all’altro mondo: un mondo altro. Dove c’è scelta? Non so. Certo in abbondanza le possibilità affogano a voce alta, si grida per vendere, la merce stessa – corpo o sentimento – è urlo: merce è vendere la vendita.
Nell’abbandono non si perde, si lascia: questa è scelta.
Una volta ho detto: abbandono, lascio. Voglio me, voglio vedere che fine faccio, da me.