Il 31 marzo si terrà una presentazione-mostra de Il vapore e la ruggine. Sei copie del libro sono state offerte a sei illustratori perché ne facessero altrettanti oggetti d’arte. Queste sei copie speciali saranno esposte sabato prossimo presso lo Studio Lampo di Francavilla Fontana nel corso della presentazione. Qui tutti i dettagli dell’incontro. Di seguito l’introduzione che apre Il vapore e la ruggine.

*

Il vapore e la ruggine è un’opera in forma di note a piè di pagina: ciò che resta di un testo – probabilmente un romanzo – indicibile.
Ho iniziato a scrivere queste “arringhe” in un periodo di parziale reclusione, un momento in cui la scrittura – così come l’idea di tornare a pubblicare – era un fatto del tutto clandestino, che negavo soprattutto a me stesso. Tanto da dover assumere un nom de plume.

La voce che anima Il vapore e la ruggine è infatti quella di Guglielmo Soga, poeta e polemista, uno degli eteronimi che ho usato negli anni sul blog malesangue.com.
Soga – corda, in lingua spagnola, una cosa che sta tra il petto e il soffitto – affronta vicende personali, artistiche e sentimentali, sempre in equilibrio tra le dolcezze e le asperità dell’epoca che si trova a vivere.
Il fatto stesso che queste note siano fuori dal testo, dunque fuori dalla scena, potrebbe rappresentare una riflessione su ciò che è raccontabile e ciò che invece non si può dire circa la propria biografia.
In questo senso, per Soga la forma-romanzo è un prodotto editoriale/industriale evidentemente osceno.

Ma Il vapore e la ruggine è anche, soprattutto, un gioco di natura puramente tipografica, che parte dalle abitudini di lettura contemporanee – i nostri occhi apparentemente saturi di informazioni testuali, provenienti da ogni tipo di device – per ingaggiare col lettore una sfida sul rapporto tra pieni e vuoti, tra spazi bianchi e inchiostro; tra respiro e discorso, direbbe lo stesso Guglielmo Soga.
L’auspicio è che l’impressione, alla fine, sia comunque quella di aver vissuto un’avventura.
Buona lettura, allora.