Se non leggo tre o quattro pagine al giorno sto male. Questo è il massimo che ho da dire a proposito dei benefici della lettura. Ed è qualcosa che ha a che fare con la tecnologia-libro più che col contenuto del libro che sto leggendo. Il silenzio, l’attività solitaria di confronto con una parte di me che per il resto del giorno fa e dice altro. Quel contatto ravvicinato.

Abbiamo un problema. È la retorica della cultura, del libro che ti rende una persona migliore. Tornando indietro a due secoli fa sarebbe impensabile. In particolare i romanzi, la tecnologia-libro che rendeva schiavi e piegati sulle pagine, erano il demonio come oggi gli smartphone. Eppure oggi è in atto una battaglia culturale francamente incomprensibile, che in fin dei conti danneggia proprio i libri.

Paradossalmente, se anche i libri andassero un po’ in pensione in favore di altre tecnologie in grado di renderci persone ancora migliori, noi non saremmo in grado di riconoscerlo. Di ammetterlo. Per molti, il libro – nonostante faccia parte di un settore economicamente sballato, insostenibile – è una rendita di posizione: e qui intendo posizione come posizionamento in società, soprattutto.

Come facciamo a entrare in contatto con persone che non leggono (sempre che sia possibile una generalizzazione del genere) senza sembrare ridicoli? Senza sembrare dei folli settari desiderosi di convertire ciecamente gli altri senza sentire davvero gli altri? Come facciamo a rimuovere quello strato novecentesco di intellettualismo infantilizzante secondo cui nei libri c’è sempre una verità rivelata non letta dagli altri? Non è noioso stare e raccontare a sé stessi di stare sempre dalla parte giusta della storia?

Per rendere un vero servizio alla causa, dovremmo cercare il demonio o meglio il punto in cui gli dèi e il demonio convergono, com’era per il romanzo al tempo della sua apparizione sulla scena e com’è sempre stato per il miglior teatro, la migliore poesia, l’arte migliore: che può annidarsi ovunque.

Oggi i libri sono ridotti in polvere da chi maggiormente li sponsorizza. Il bunker degli incompresi che preferiscono progettare il mondo senza mettere mano alla concreta costruzione di esso. Cani che fanno la guardia su una tomba in attesa che il padrone faccia ritorno dalla morte. Sto generalizzando. Ho ragione. Sono morto.