Signori e signori e signorini, il motivo per cui oggi ho messo lo smoking è il seguente: questo baraccone chiamato Malesangue ha ricevuto un premio. Ebbenessì, c’è il Sunshine Award che gira per la rete tra blog letterari e che funziona un po’ come una catenadisant’antonio. Ho ricevuto il premio da Mia, che ringrazio tanto (ciao, grazie, Mia). A proposito di premiazioni voglio però dire una cosa. È la mia prima volta. Solo in un’altra occasione ho rischiato di vincere un premio per un racconto che avevo scritto; però arrivai secondo, e il secondo non aveva diritto a un bel niente. Quanto a giurie, ho un po’ più di esperienza, avendo fatto parte di una giuria che doveva premiare un piatto tipico pasquale delle mie parti. In quell’occasione i miei voti sono risultati comunque superflui. C’era una lobby che è riuscita a piazzare i suoi amichetti ai primi posti in ogni categoria. Be’, comunque.
Il Sunshine Award funziona così, si deve:

* ringraziare coloro che ci hanno premiato
* scrivere un post per il premio
* passarlo a dodici blog che riteniamo meritevoli
* inserire il link di ciascuno dei blog che abbiamo premiato
* dirlo ai premiati

Ed è proprio quello che sto per fare.
Dunque, il primo che voglio premiare è Paolo Cognetti, che ritengo il mio scrittore italiano vivente preferito (perciò cerca di star bene, Paolo); il secondo è Omar Di Monopoli, che con ben tre romanzoni all’attivo è anche un gran blogger e ricercatore di scritture e film di genere; tocca poi a Maciste (finito l’altro giorno su Le Invasioni Barbariche), che cortocircuita realtà e fantasia come piace a me; non posso non citare la Collana della Regina, che mi fa morire dalle risate; a quanto siamo?, allora ci metto pure Vertigine di Rossano Astremo, con cui sono cresciuto (pur rimanendo piuttosto basso, eh), e così pure Musicaos di Luciano Pagano su cui sono cresciuto; ci piazzo pure Grandi Speranze di Matteo Scandolin che, letterario o meno, pubblica post sempre interessanti (be’, ogni tanto fa un po’ il nerd-tifoso-Apple, ma nessuno è perfetto, orsù); ci infilo pure Il Finimmondo di Domenico Maggipinto, geniaccio pugliese; Gianluca Didino, grande appassionato di roba americana (e gran postatore); Simone Rossi, il cui stile mi fa morire (e con cui spero di finire una cosa in sospeso, prima o poi… vero Simo’?); ovviamente Guido Catalano, il maestro, non c’è neppure bisogno di spiegare il motivo; e per finire, inutile Opuscolo Letterario: è vero che faccio parte della redazione dell’opuscolo, ma siam mica in un concorso pubblico, no?

Ma poi: perché proprio dodici?