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(Preparazione. Forse è così che funziona. Seduto con le gambe incrociate per almeno cinquanta minuti. Scomodo, alla lunga forse anche un po’ buffo, per accordare un bellissimo pianoforte che altri suoneranno. Per uno splendido concerto di cui sei stato prova generale, invisibile, a tuo modo indispensabile. Come apparecchiare una lunga tavolata a cui non siederai, a cui non ruberai neppure l’antipasto. Così hai accordato la materia, l’hai preparata, mettendo in fila parole e suoni solo mentali che altri faranno suonare, ma coi propri occhi, e col proprio ritmo, non appena sarai andato. L’inchino lo farai, a casa tua, a notte inoltrata, davanti allo specchio.)