leggerezza

Caro Marco,
volevo chiederti se hai idea di dove vadano a finire l’ironia e la forza di certi giorni. Dal momento, lo sappiamo tutti, che poi ritornano: dove sono andate, nel frattempo?

Sai, ho pensato a una buca nei terreni incolti appena fuori paese.
Ho pensato, davvero, che ci fosse un nano con una vanga a custodirle. Quel nano di tanto in tanto si addormenta: e allora può essere che qualcuno di passaggio me le abbia rubate, queste due cose.
Ed ecco spiegato perché non tornano.

Dici di no? Dici che non sai di cosa sto parlando? Parlo della leggerezza, che fatico a comunicare, e che ritengo sia composta proprio da ironia e forza insieme. Sì, proprio così, due cose che ne compongono una sola.
Dici che non ci stanno nella buca? Allora senti questa. Magari le tiene il pizzaiolo all’angolo, nel forno, accanto alle pizze e alle focacce. Potrebbe essere che si sia sbagliato e che le abbia infilate nei cartoni delle pizze d’asporto, perché no?, e così adesso qualcuno potrebbe aver mangiato una pizza “leggerezza” ai carciofini.

Be’, a pensarci bene, ne dubito. Non credo abbia un buon sapore.

Oppure, non saprei, magari vengono custodite dal sindaco. Qualcuno deve averle affidate a lui, quest’ironia e questa forza che compongono la leggerezza. Ecco, lui è in giunta che lo assillano col bilancio, gli swap, le strade rotte, il patto di stabilità… e intanto sta lì a controllarsi il taschino, casomai avesse perso una cosa che in fondo non gli appartiene, e che può tenere solo per uno o due giorni, e già pensa a come giustificarsi per la sua sbadataggine. Considera che quest’anno ci sono pure le elezioni.

Non ti convince neppure questa, vero?
Allora, poche chiacchiere, Marco. Dimmi dove sono, e quando tornano, se tornano.

A presto,
Jack