Quello che sono ora dovrò esserlo per il resto della vita, e provo una strana sensazione di impotenza a pensare che tutti i poteri e i talenti che sognavo di possedere un giorno al fine di stupire il genere umano e forse “stupire il cielo con l’eloquenza delle parole” in realtà siano solo un vuoto chimerico. Non provo alcun attaccamento verso il mondo. Non saprei se la mia attuale indifferenza ai suoi scopi e alle sue lusinghe si fondi in un sincero amore per Dio o semplicemente nello sconforto per me stesso. Posso almeno dire questo: la mia insoddisfazione è talmente profonda che non riesco a immaginarmi una sola persona, storica o vivente, che preferirei essere (fatta eccezione per i santi, dato che non cercavano alcun profitto dalla vita) piuttosto che me stesso.
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Marshall McLuhan, da una lettera al fratello Maurice