Paolo_Uccello_047b

(Paolo Uccello, San Giorgio e il drago, 1456 circa)

Siamo io e la vita. Siamo seduti su comode poltrone di pelle rossa proprio come Barack Obama Hussein e Hu Jintao durante l’ultimo e infecondo vertice tra USA e Cina. Io ho la faccia di uno che sta pensando a un brutto sogno fatto appena sveglio, mentre Hu Jintao (la vita) sembra decisamente a suo agio, come se stesse su quella poltrona da sempre.
A un certo punto guardo in camera e dico, con le mani raccolte in grembo e il tono di chi, in un modo o nell’altro, è abituato a portare sempre a casa il risultato: “Adoro i puntuali. Senza di loro, non solo non potrei permettermi di essere in ritardo, ma neppure in anticipo, che è un’altra mia storica prerogativa, costante nel tempo.” Subito dopo faccio riferimento a un paio di argomenti affrontati nel corso dell’ultimo G20, ma senza affannarmi troppo. Ho già svolto il compito.
Alla fine del mio discorso smetto di guardare in camera e faccio un gesto con la mano, forse ambiguo ma certamente distensivo, verso Hu Jintao (la vita). Non so bene cos’avevo in mente, però a questo punto è chiaro che tocca a lui. Allora Hu Jintao (la vita) si sporge e mi dice qualcosa nell’orecchio. Il suo alito è di tonno. Poi guarda anche lui in camera e prende a raccontare una vecchia storiella ben nota a tutti noi in sala, specie alla giornalista in fondo, che segue con la mano sulla bocca (per uno sbadiglio o per lo scandalo, gli occhi non lo dicono).
“C’è un signore di mezza età con la passione per i camion e i camionisti”, esordisce Hu Jintao (la vita). “In effetti, questo signore avrebbe voluto fare il camionista e se non c’è riuscito è stato solo per un soffio, per la distrazione di un attimo. Di certo, il signore è un amante della solitudine e della forza, tipica dei camionisti, che deriva da essa, una forza tutta intensità e prosecchini bevuti in serie, di corsa. Ad ogni modo, questo signore sa tutto di camion e camionisti: come spesso accade, ha compensato quel che non è stato con la conoscenza approfondita, abbonandosi dunque a molte riviste di settore. Una sera d’estate, inoltre, il signore ha fatalmente scoperto dove si comprano le lettere al led con cui i camionisti compongono i nomi alla base dei parabrezza dei loro dragoni. Si tratta degli stessi negozi che vendono olio e spazzole di ricambio per i tergicristalli, solo che a differenza di questi ultimi si limitano ad apparire soltanto all’alba, per mezz’ora al massimo, in autostrada, nelle stazioni di servizio. Un giorno, il signore che ama i camion e i camionisti sta tornando da un lungo viaggio. Diciamo che è andato a trovare sua figlia, che da anni vive al nord, dove ha sposato un allevatore di conigli che adesso ha comprato anche un frutteto che dà soprattutto mele succulente. Diciamo pure che il signore ama viaggiare di notte, perché incrociando un camion può scoprire il nome del suo cavaliere leggendo le lettere al neon che si accendono dietro il parabrezza. I nomi di questi cavalieri, pensa il signore, si illuminano di notte, anche se questo non dovrebbe costituire un segreto per nessuno di noi. Nomi come Angelo Solitario, Raffaello Tornamai, Toni Vagabondo, Giorgetto Pietà e Massimo Drago: queste sono le stelle terrestri nelle lunghe notti sulle strade del nostro metafisico Paese. E quella notte, quasi al termine del suo viaggio, il signore incontra un drago più lungo del solito, il quale dipana la sua trama squamosa su una curva che pare infinita. Il signore ne è estasiato, così rallenta quasi fino a fermare la sua vettura nella sua parte di carreggiata. Vuol conoscere il nome di quel cavaliere, vuole ammirarlo per sognare ancora. E quel nome è: Giacomo, e riluce così tanto in quell’ultima notte di viaggio che il signore che ama i camion e i camionisti non può fare a meno di premere nuovamente sull’acceleratore per corrergli incontro e finalmente abbracciarlo.”