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Solo vivendo assurdamente potremo forse arrivare a rompere questo assurdo infinito.
(J.C.)

Qualcuno dovrà pur rompere il guscio, o almeno intaccarlo, scocuzzarlo fino a scalfirlo, finché sia visibile, per lo meno, il nettare più intimo e cagliato al suo interno.
Il guscio, lo diciamo da subito per neofiti e divulgatori di uno stile cinico o anche solo retorico, si trova al centro della stanza brutta e spoglia, come una reliquia orfana di qualsivoglia religione.
Farebbe comodo allora l’adoperarsi della scimmia in rivolta personale nell’angolo buio, lo stesso, per intenderci, in cui non ci sono prese elettriche ad eccezione di quella, zebrata, per il tostapane. A dispetto di quello che può apparire, infatti, la scimmia non è muta quanto spudorata, sebbene non abbia mai mostrato il prolasso rettale ad anima viva – tranne che a sua madre, ovviamente, la zingara del negozio d’informatica a piano terra.
Ancora a proposito della scimmia, sarebbe auspicabile che smettesse pure di contare gli universi paralleli in cui è apparso il suo doppio, un professore di etargia greco-romana che rimanda di anno in anno la pensione e le ambizioni, cominciando così col raccogliere la grossa pietra di chiara origine lavica dall’altro lato della stanza. A quel punto sarebbe facile nonché letale conseguenza, per l’esimia antropomorfa, prendere a rintuzzare, coi tipici e neutrali colpi regolari di chi sta solo svolgendo un compito (per quanto infame, per quanto luttuoso), il guscio al centro della stanza. A quel punto, in altri termini, l’esito dello scalfire protoumano sarebbe già chiaro a tutti gli scienziati, i quali, come sappiamo, seguono la dimostrazione dall’appartamento di fronte servendosi di un poderoso cannocchiale; lo stesso strumento che, brevettato in contumacia dal più geniale di loro, un colonnello triste e baffuto dedito ai furti di bestiame, sopra ogni cosa si rivelerebbe veicolo di lungimiranza, di quella lungimiranza capace di spingersi a un passo dalla profezia in cui una scimmia, scintillando sul dorso sdrucciolo del guscio, produce fiamma, e la fiamma, in quanto fiamma, dà fuoco alla scimmia, in quanto infima, e pelosa.