Avete mai letto Bandini? C’è un tizio che vuole scrivere e alla fine ci riesce, ma…
[L’oro e l’orrore della scrittura, dello scriverne: l’amore assoluto per il mondo fuori, la compassione che proviene dal segno sul foglio, fino a volerlo riscrivere, il mondo fuori, per salvarlo; l’intuizione dell’immortalità, attraverso la traccia del nostro passaggio su questa terra; ma Camilla non la salvi coi dollari del primo libro; e di contro quel Sammy, da solo nel deserto, resta un pessimo scrittore e un uomo ancora più detestabile; il senso di colpa, l’atteggiamento e il punto di vista mutevoli, perché cattolici oltre ogni più ottuso ateismo – o perché capaci di comprendere ogni cosa; concentrarsi sul mare in tempesta mentre quello ti sta inghiottendo per meglio descrivere il momento in cui stai affondando (“evitando eccessi descrittivi”) e puntualmente affondare; fino al terremoto, causato dall’adulterio del piccolo Bandini (“Che fare, allora? Alzerò la faccia al cielo, balbettando e farfugliando con voce impaurita? Mi scoprirò il petto e lo percuoterò come un tamburo per attirare l’attenzione del mio Cristo? O non è forse più ragionevole che io mi ricopra e continui il mio cammino? Ci saranno momenti di confusione e momenti di desiderio, e altri in cui la mia solitudine verrà alleviata solo dalle lacrime che, come uccellini bagnati, cadranno ad ammorbidire le mie labbra aride. Ma ci sarà consolazione e ci sarà bellezza, come l’amore di qualche fanciulla morta. Ci saranno risate soffocate e la quieta attesa della notte e una tenue paura dell’abbraccio avvolgente e derisorio della morte. E la notte verrà, e con essa i dolci oli delle mie marine, versati su di me da chi ho abbandonato per inseguire i sogni della mia gioventù. E io sarò perdonato, per questo e per altro, per Vera Rivken e per l’incessante battere d’ali di Voltaire, affascinante uccello, e perché mi sono fermato a osservarlo e a sentirne il canto. Tutto mi sarà perdonato, quando farò ritorno alla mia terra sul mare.”); e poi cresce, il piccolo Bandini, è adulto perché sa che non si può salvare scrivendo chi ami se chi ami non si ama da sé, è adulto Bandini che getta il suo libro nel deserto-mare iniziale che sempre è la pagina bianca da cui tutti siamo partiti (“Diventare un uomo migliore: sempre quella era l’idea di Arturo Bandini, di diventare un grand’uomo, di scrollarsi la polvere della strada, di amare uomini e bestie nello stesso modo. Di andare, e non peccare più.”); diventare un brav’uomo e un bravo mago, non come Oz, ammettere con dignità e orgoglio che la letteratura, o meglio il racconto, il pezzo di carta di carne che può passare di mano in mano nei secoli dei secoli come il fuoco di Cormac McCarthy, nasce nel momento esatto del passaggio tra il prologo cantato di Chiedi alla polvere e lo humour razionale dell’incipit del romanzo.]
…ma niente, c’è un tizio che vuole scrivere, e alla fine ci riesce.
(foto: Luca Poli)