In un paese straniero di cui non conosce la lingua un uomo, attore di professione, è come un pesce fuor d’acqua. L’abusata similitudine può esser spinta sino alle estreme conseguenze: sino all’ammissione che, in simili circostanze, un attore deve limitarsi a boccheggiare, cioè a muovere la bocca senza emettere alcun suono. Il cinema muto lo soccorre. Béla comincia a parlare in tedesco attraverso le didascalie di Der Januskopf; il suo tedesco, in questo caso, è un Bodoni tondo.
[…] Hollywood appare a Lugosi come un un “immenso parco artificiale”. Lo colpiscono “le palme e i limoni che costeggiano un gran numero di strade”. Lo colpisce il fatto di aver riconosciuto per la via almeno almeno tre Ramon Navarro e quattro Norma Talmadge. La fisionomia generale, nella Hollywood di quegli anni, ha subito infatti una sorta di processo di aggregazione intorno a una dozzina di facce-tipo: alcuni esemplari si possono definire “esemplari puri”, altri “cattive imitazioni”. Una categoria della seconda specie è costituita dalle controfigure. La speranza della controfigura è di diventare attore e di avere a sua volta una propria controfigura la cui speranza è di diventare attore e di avere a sua volta una propria controfigura la cui speranza… Che cosa lega il primo attore con l’ultima controfigura di questo ciclo?
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Edgardo Franzosini | Bela Lugosi