passion

Viale abbadessa, zona 167: a metà tra mondo civilizzato e corea, come la chiamunu quelli che abitano in centro; poco importa, quando so le elezioni qui si incontra il politico più cacato e quello più shkumato; è una zona ad alta densità abitativa e ci sono famiglie numerose a cui chiedere il voto. nella scuola elementare c’è uno dei seggi più frequentati, e in una delle sezioni di qua trovi spesso – quasi sempre – nna segretaria o nna scrutatrice che piange a notte fonda, chiedendosi perché, e quando finirà. tu lu sa: sai chi è stato. qualche minuto e vedrai elio petrolio sotto braccio con la donna in lacrime, nel bar davanti alla scuola a fare colazione insieme. sono le 6 del mattino e in quella sezione lo spoglio no ccé spicciatu ancora.

elio petrolio, cattolico, comunista, in ogni caso intransigente: no ssi zzumpa nn’elezione. occhi chiari, baffetti e un neo accanto al naso, tutto charlie chaplin, si muove rapido, nna jaddìna ca l’annu tiratu la capu; appena rriìa lu momento che il centrosinistra si deve trovare i rappresentanti di lista, e non è facile, iddu va ddumanna un po’ ovunque: dal pd a rifondazione, l’ha fatto con tutti, sempre a viale abbadessa, duellando con politici, parenti di politici, presidenti e scrutatori – offrendo sempre la colazione il giorno dopo. elio petrolio – petrolio perché pare non esaurirsi mai, con quella parlantina svelta da uomo micromachine – è un po’ più di un rappresentante di lista: scrutatore, segretario, presidente aggiunto: perché conosce i meccanismi, solo per incepparli, ma li conosce, a memoria, come la formazione dell’inter ca vincìu la coppacampioni nel 1965. non di rado il presidente di sezione, dopo una lunga litigata, si umilia chiedendo lumi a elio petrolio riguardo a qualche nuova norma elettorale.

quanno ti vete ca sta ccamini ntra llu corridoio della scuola in viale abbadessa, elio ti saluta con un occhiolino: ma no ppiccé ti canosce, sol perché potresti essere un rappresentante di lista amico o nemico – meglio se nemico, ti saluta con più gusto – e ti sta llancia nna sfida. poi più tardi, quando tu sarai stremato e lui ancora nel pieno delle forze, è capace pure che ti svela qualche trucchetto: prendi appunti, chissà che un giorno non ne possa uscire una tavola della legge in materia.

  1. da’ da mangiare alle forze dell’ordine | prima cosa, elio petrolio sonda il terreno istituzionale; con tutta probabilità, il presidente di seggio lo conosce già, perciò sarà inutile tentare di accaparrarsi le sue simpatie; così elio si rivolge direttamente alle forze dell’ordine, che potranno tornare utili se ci sarà da mettere a verbale un voto discusso o dirimere qualche questione con un politico intento a stringere mani in prossimità di un seggio; così elio arriva al seggio con un cesto di panini, frutta, dolci, vino, per finanzieri e carabinieri, senza disdegnare di occuparsi di bisogni meno impellenti (è sempre pronto a riparare le antenne delle tv con cui le forze dell’ordine passano le giornate infinite nelle scuole in cui si vota);
  2. conosci i tuoi nemici | elio è avvantaggiato, da questo punto di vista; in fondo la leggenda lo anticipa spesso; se così non è, elio comincia subito a circuire le vittime, tartassando di domande e battutine incomprensibili scrutatori, segretari, presidenti e rappresentati di lista di schieramenti avversi;
  3. conosci i tuoi amici | elio si guarda bene anche dal fuoco amico; mette subito in chiaro che sarà lui a dare gli indirizzi, coordinare la manovra difensiva – date le forze in gioco in una città di destra – della coalizione; sarà pur disposto a spendersi per altri partiti, importante è che l’iniziativa rimanga a lui; gente molle e smidollata non ne vuole in giro;
  4. sii chiaro sin da subito | elio petrolio gioca a carte scoperte: non farà sconti a nessuno; comincia da subito con la sua tattica pressante, con battute e minacce velate all’indirizzo di rappresentanti di lista imparentati con candidati (“mo chiamo i finanzieri”); indossando con orgoglio la spilletta del partito che rappresenta anche fuori dalla sezione fino al terzo richiamo del pubblico ufficiale di turno, stando attento però a ricordare di rappresentare egli stesso la legge all’interno del seggio; essenziale è dare idea di conoscere le regole alla perfezione – cosa che non è scontata per nessuno degli altri attori in scena – e di muoversi costantemente sul filo tra legalità e illegalità, giocando invece sul senso di colpa altrui quanto a ignoranza della legge in materia elettorale, insinuando così nell’avversario il dubbio di essere costantemente in difetto;
  5. [bastone e carota] fa’ dimenticare in fretta che sei un duro | confondere l’avversario; solo un attimo prima elio petrolio ti ha fatto intuire di essersi accorto che sei uno sporcaccione, richiamandoti a un comportamento più retto, dandoti dell’incapace; adesso ti sta strizzando l’occhio, scherzando su un terzo rappresentante di lista con tutta probabilità più scarso di te, inducendoti a pensare: forse non è così male questo elio; ecco, in questo momento elio si sta prendendo gioco di te per poterti poi bastonare con più forza in seguito;
  6. fa’ in modo che ti conoscano anche nelle altre sezioni | elio petrolio non è un uomo dalle ambizioni ristrette; del resto sa bene che una fama che divampa come un fuoco ravvivato dalle dicerie è il miglior biglietto da visita da utilizzare al momento dello spoglio; così, ammesso che ci sia qualcuno non lo conosca già, fa in modo che la leggenda del mastino del seggio elettorale arrivi anche nelle altre sezioni; costringendosi così a qualche fuoco d’artificio iniziale, già in mattinata, quando arrivano le schede immacolate: prendendo a male parole il presidente (o anche sua figlia venuta a portare il caffè), molestando verbalmente un giovane rappresentante di lista, annunciando che le cose andranno per le lunghe, ecc.;
  7. fa’ in modo che si parli di te anche negli altri seggi | idem come sopra: ovviamente questo punto richiede fuochi artificiali iniziali ancora più elaborati: inventarsi di sana pianta che un candidato è venuto a distribuire buste della spesa e biglietti da cinquanta ai primi elettori della mattinata appena fuori dal seggio; accusare un segretario, con frecciatine a mezza voce ma ripetute finché l’interessato non ne può più, che è un raccomandato piazzato lì da qualche parente all’ufficio tecnico; e così via;
  8. da’ ancora da mangiare alle forze dell’ordine ma, stavolta, anche ai tuoi compagni di sventura | per rafforzare l’amicizia con le forze dell’ordine e ancora mischiare le carte, elio prova l’effetto sorpresa: utilizza il momento di minor afflusso alle urne (solitamente dalle 13 alle 15) per andare a casa e tornare con una teglia di melanzane ripiene, lasagne, patate al forno e aggiornamenti piccanti sul campionato di calcio; le forze dell’ordine, che del resto sarebbero poco utili se fiaccate nell’animo e nell’appetito, ringraziano con la bocca piena la moglie di elio che ha cucinato tutto quel ben di dio; i compagni di sventura, attoniti, assaggiano loro malgrado raccogliendo forchette di plastica e tovagliolini;
  9. prendili per sfinimento | a questo punto il terreno è già stato preparato adeguatamente per lo spoglio elettorale; a torto si pensa che sia questa la fase in cui elio petrolio, il perfetto scrutatore-rappresentante di lista, debba profondere l’impegno maggiore; in verità i morti, per così dire, sono già sul campo: elio deve solo passare a raccogliere i cadaveri con la barella, il che equivale a contestare ogni voto contestabile, da ogni parte – tranne che dalla sua – puntare al pareggio delle nulle quando si vede messo alle strette, giocare d’anticipo in caso di omonimia di due candidati, dare l’impressione di cedere a malincuore, come avesse subito un torto irreparabile, quando un altro rappresentante di lista ha palesemente ragione sulla convalida di un voto; soprattutto, elio non dà mai l’impressione di arrendersi: al contrario, l’idea – terribile, addirittura agghiacciante – che deve diffondersi per tutti i seggi della città è che la sezione di elio sarà comunque quella che finirà lo spoglio per ultima, alle prime luci dell’alba;
  10. urla | questo, che potrebbe essere un corollario del punto 9, è invece un nodo cruciale della questione: l’urlo, il grido, la voce alta: come per il silenzio, si tratta di concetti relativi; essenziale è che elio abbia un tono di voce costantemente al di sopra di quello degli altri; dal sussurro quando ci sono operazioni di conteggio che richiedono silenzio assoluto; all’urlo disumano che fa crollare in una crisi di pianto isterico la segretaria che ha sbagliato a trascrivere un numero sul verbale.

[Estratto da La Passione, Untitl.Ed Editori, 2010]