Telefonata dell’editor: ho letto le prossime pagine, c’è da impazzire davvero; non un piano temporale rispettato, non un nesso di causa-effetto, zero capacità narrativa, niente di niente: il trionfo dell’idiozia. Si capisce soltanto che la questione è diffusa, irregolare, in viaggio, ma per il resto…
Stia calmo, signor editor. Il fatto che è questo il modo in cui funziona per noi: nella nostra nostalgia del presente, non siamo sicuri che ciò che accadrà ieri non sia accaduto domani – questo per non dover ripetere l’oscura litania dell’età adulta: e cioè che ieri è sempre meglio di oggi; perciò per noi tutto succede insieme, nello stesso momento: e così lo raccontiamo con intensità e prostrazione verso ogni traguardo raggiunto, per non rimpiangere nulla: questa è la nostra danza notturna e struggente – danza di idioti così belli d’apparire d’intelligenza vivace.
Quanto al libro, poco importa: il nostro intento non è spiegarci o svelare il trucchetto, e ciò che è stato appena letto, stia certo, cambierà nel cuore della notte, quando il volume di carta sarà posato sul comodino dal lettore più pigro; questo mondo d’inchiostro, così come la nostra piccola storia, si genera e si propaga facendosi, di pagina in pagina, frase per frase, parola su parola.
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Jonas Boldrini | Il declino del clavicembalo