autoturner

Bella ragazza che fumi e piangi sulla riva del fiume: l’attesa ti scarnifica e l’unico cadavere che vedrai passare sarà il tuo soltanto, riflesso prima o poi nell’acqua torbida dell’inverno più gelido.
Cosa ti ha portato qui, dove io cresco come ulivo contorto e involuto, bella ragazza che fumi e piangi senza sosta? Senza ninfee, con questa tua pena non ci si fa neppure un bel quadro.

Forse un amore sospeso, forse la sua frigida burocrazia di tempi morti, geroglifici inaccessibili; forse il nero che avviluppa la galassia in attesa del rimbalzo che trasforma in stella di Planck; forse, infine, è stato il fiume stesso: che piange a sua volta e chiama, chiama forte e immotivato dal bosco per svuotare le case e gli alberghi.

Pensaci un attimo, bella ragazza che fumi e piangi sulla riva del fiume: a che pro abboccare al richiamo, a che pro il patimento se non c’è boia che possa eseguire la sentenza? A che pro ciarlare d’ingiustizia, disamore? Per chi la fustigazione? Dura il castigo finché si celebra la colpa, il delitto: questo e nient’altro sappiamo, oltre l’acqua che scorre, il sole che sorge e l’ulivo che cresce e si aggrappa ai suoi simili per farne un tronco soltanto.


Lucia Bossi-Fucile | Alle 21, puntuale, l’amore