Quella che vedete quassù è l’illustrazione interna de Il corpo estraneo. L’arancione e il nero della copertina lasciano spazio al bianco e nero dell’interno. Poi nel romanzo arriva quel tipo di azzurro dell’acqua e della terra inzaccherata dall’alluvione continua e finale che gli argentini chiamano grigio. Quel che voglio dire è che perché sia visto e toccato l’interno del libro – e dunque della storia – bisogna andare, portare il libro ai lettori, e c’è poi bisogno che i lettori vengano a loro volta nel punto concordato per poter vedere e toccare il libro. L’incontro, a prescindere dai comunicati stampa, gli eventi facebook e la pubblicità in genere, resta un miracolo che allunga la vita di un libro. Io ci provo finché ho forza in corpo. E così anche Il corpo estraneo smette d’essere estraneo per qualche ora e si getta nella mischia. Di fatto anche per certi libri, a un certo punto, conta solo l’andare. Anche ai più pigri tocca di sollevarsi dalle proprie pagine, che sembrano il posto più appropriato in cui stare, e andare, non importa dove, come in una specie di esilio al contrario – invece di sperimentare il sentimento dell’esilio chiudendosi in un altrove interiore o al più sconosciuto, al contrario uscire e immischiarsi. Il consiglio che mi piace dare a questo tipo di libri è: vivete così, come se ci fosse sempre da esser pronti all’(auto)esilio, con un’automobile sempre a portata di mano pronta per la fuga.
Per farla breve. Nei prossimi giorni il mio corpo, automunito, scarrozzerà me e Il corpo estraneo per tre presentazioni in giro per la Puglia. Prima di elencare le tre date, pongo qui l’estratto del libro che l’editore Caratteri Mobili ha scelto per pubblicizzare il piccolo tour:
Funziona come per le bande di paese. Ci sono scrittori da matrimonio e altri da funerale. A me è toccato di frequentare molti funerali e pochissimi matrimoni, per un motivo che non so spiegarmi e che non mi ha comunque dato dolore. L’ho accettato. Li ho frequentati, ho condiviso e rubato il dolore, come dev’essere. È compito degli uomini noiosi, io penso, occuparsi di distinzioni semplici, da dare in pasto a uomini altrettanto noiosi. Quanto a scrittori, ci sono altre tipologie con cui ho avuto a che fare, sia pure a mezzo carta. Scrittori confidenziali come certi cantanti degli anni Cinquanta, scrittori demenziali, scrittori gelato, scrittori pesci, scrittori sigaretta, scrittori che non scrivono affatto e scrittori che non sono scrittori ma fanno gli scrittori.
E dunque.
– mercoledì 20 giugno (19.30) sarò al Circolo Sepik di Putignano (Bari) con Leo Palmisano;
– giovedì 21 giugno (19.30) sarò alla libreria Ergot di Lecce con Ennio Ciotta e Vito Antonio Conte;
– venerdì 22 giugno (18.30) sarò alla Feltrinelli di Bari con Pierluigi De Marinis.
Segnalo infine l’intervista al sotto(pro)scritto uscita su Repubblica di Bari il 19 giugno a cura di Valentina Introna.