Molte delle cose scritte e pubblicate negli ultimi mesi su Malesangue puntavano dritte verso un punto, e cioè il lungo articolo sulla storia degli Arcade Fire che esce oggi su minima&moralia. Credo che pochi gruppi siano riusciti, negli ultimi quindici anni, a dare sostanza a una propria poetica come hanno fatto gli Arcade Fire. Una poetica che aveva dell’epica e riusciva a trascendere l’ironia e il cinismo del mondo da cui i canadesi (e molti di noi con loro) venivano fuori.

“Cantando l’attesa, gli Arcade Fire compivano quello che è sempre un atto tanto cospiratorio quanto religioso, rivolto cioè alla rivelazione del sacro, del divino: poco importa, quando attendi, che l’Evento atteso sia l’avvento del Messia o degli alieni, la Rivoluzione, la Terza Guerra Mondiale o lo schiudersi e fiorire di corpi per lungo tempo chiusi in corpi.”

Ci ho messo un po’ a scrivere quest’articolo, e magari lo riscriverò ancora in futuro. Per il momento si può leggere qui. Buona lettura.